26 Lug Renzo Destini: la via di salvezza?
Il Vuoto è la via di Salvezza?
Cos’è il vuoto?
Il vuoto è un pieno eclissato dalla dimensione tattile: come Luna che mostra l’eme rossastro, definita da luce esistenziale, subisce l’intercetto della materia.
O per caso il vuoto è l’assenza di luce? L’assenza di fotoni o onde elettromagnetiche che si voglia, definisce la non esistenza della stessa materia che altrimenti illuminerebbe? Ma se quella stessa materia, in tal caso, esistesse sotto altre forme?
Forse il vuoto è frutto dell’annichilimento della materia e dell’antimateria, del protone e dell’antiprotone. In tal caso, neppure la luce sarebbe in grado di riportare all’esistenza le particelle subatomiche vittime di questa collisione.
E’ possibile per l’essere umano la percezione del vuoto? Probabilmente si, anche se a più livelli: un vuoto emozionale sintomo di una mancata connessione sinaptica, un vuoto spirituale dovuto all’assenza di una Fede quindi un motore per la propria esistenza, oppure un vuoto ricercato come nicchia in cui porre a riposo la propria psiche. In quest’ultimo caso, forse, più ci si avvicina al concetto di vuoto come condizione di non-esistenza. “Penso quindi sono”, ma se smetto di pensare, qualcosa che ha che fare col rapporto tra gli atomi del mio corpo e l’ambiente che mi circonda, smette di esistere e con esso la percezione della mia massa, nello spazio tempo.
Le ovvie conseguenze di queste percezioni sfociano nella Liberazione e nella Salvezza. Quindi la Morte, la cui diretta conseguenza è la quiete dalla turbolenza del pensiero, diviene lo strumento più efficace per raggiungere l’annichilimento, ma per la nascita dell’Essenza.
Ma per quale motivo ricerchiamo questa non esistenza? Stiamo fuggendo? Abbiamo paura? Siamo tormentati? Tutti viviamo queste sensazioni e manteniamo il desiderio di specchiarci sulle increspature mosse dalle nostre percezioni.
Il Vuoto è come il sesso di un’Afrodite, che rischia di essere violato dall’incursione violenta di un pieno maschile, spesso impetuoso e insensibile. Un’irruenza paragonabile ad un enorme sasso gettato in uno specchio d’acqua. Un sasso in grado di soddisfare le aspettative del lanciatore, ma che si lascia appresso turbolenze e riflessi amorfi della realtà. Se solo quell’elemento penetrasse con consapevolezza, il vuoto potrebbe divenire in equilibrio col proprio pieno, in un moto di armoniosa alternanza tra vita sensoriale, sovra-sensoriale e nullo-sensoriale.
Nonostante questo, il Vuoto più affascinante in quanto via della Liberazione, rimane il sesso di una calorosa Afrodite antracite, capace di trattenere a se ogni fonte luminosa, ma facendo sfuggire solo raggi gialli e blu generati da quegli atomi che essa stessa distrugge e smaterializza. Un’Afrodite dal vuoto incolmabile, che non scende a compromessi e non si lascia esplorare se non a costo della vita stessa. Un’oscurità profonda, intraducibile ed irraggiungibile che vede nella non esistenza che tanto desidera, la meta finale del percorso esistenziale.
In realtà la vita è fatta di alternanze tra momenti di esistenza e non-esistenza e spetta a noi generare quel moto armonioso, che ci permette di valorizzare entrambe le condizioni alla stessa maniera. Solo questa può essere la vera via della Salvezza. Altrimenti, la conseguenza è la Subsidenza.
Come accade con un vaso: certo, se esistesse solo la parte vuota, non ci porremmo alcun tipo di problema, però se non avessimo una parte di piena a circondarla, perderemmo la bellezza di poterci riporre dei profumatissimi fiori.
Renzo Destini 26/07/18