04 Nov Renzo Destini: il Suicidio
Il Suicidio, tra coraggio, codardia e follia
Rinchiusi nella fortezza delle nostre disperazioni, non troviamo scappatoie, cunicoli, segrete in cui poter riporre la nostra via di salvezza. Tutto è buio, ma le voci dei tormenti sono sempre più accese ed arrovellano i nostri sensi fino a saturarli di rassegnazione. Ed ecco che una via si apre…una via che non è percepibile all’interno della nostra prigione, una via completamente nuova e che non si interessa di muri e confini…quella via è la fine dell’esistenza all’interno di quella stanza, ormai divenuta angusta.
Togliersi la vita è un atto di estremo coraggio, in quanto l’intenzione diviene più potente di ogni forma di barriera comportamentale volta alla sopravvivenza dell’individuo. Supera l’ego e lo distrugge, rendendolo effimero e denudandolo della sua apparente potenza.
Togliersi la vita è un atto di codardia: la via di fuga c’è ed esiste, ma i demoni ci confondono rendendoci ciechi e impotenti. La via per fuggire dalla prigione non è solo speranza, ma pura Materia Esistenziale; eppure non la vediamo, convincendoci che l’unica soluzione è la via della morte.
Il suicidio è follia, nel senso di gesto irrazionale; il suicida è razionalmente convinto di quanto sta per realizzare, ma allo stesso tempo non può comprendere la conseguenza dell’atto. Un salto nel vuoto, avvolti da leggiadre ali di dittero di un’oscura Afrodite, emersa da un oceano di “emptità”. Diverso è il suicidio mosso dalla pazzia, involuzione della follia, che rimuove ogni forma di capacità razionale nel processo decisionale.
Il risultato è comunque lo stesso: un abbandono del costruito in questa realtà. Un abbandono che ci vedrà prima o poi tutti coinvolti.
Vale la pena anticipare questo processo?
Dalla via del suicidio non si torna mai indietro…no, questo non credo. Come le Geometrie Universali si incontrano in complementarietà cicliche, così i nostri demoni si risvegliano per tormentarci dopo anche lunghi sonni di pace apparente. Quegli stessi demoni, sono in realtà nostri alleati e validi indicatori dello stato della nostra esistenza. Quando ritornano, dobbiamo capire il perché del loro ritorno. Se saremo in grado di comprenderlo, saremo sempre più vicini alla salvezza all’interno di questo Universo duale.
Non si giudica chi si toglie la vita, ma più si ha tempo di sperimentare la propria esistenza e più si alimenta quell’impronta nello Spazio-Tempo, necessaria a garantire il funzionamento dell’Universo.
Visione:
Un cappio appeso ad un albero in uno sfondo di grigiore umido, dondola come se fosse stato appena utilizzato…mi avvicino per fermarne il moto pendolare e osservare il nodo…mi concentro sullo spazio tra i confini della corda ormai consunta…scorgo un bimbo alla ricerca di un raro quadrifoglio in un immenso campo fiorito.
Renzo Destini 02/11/2018