16 Dic Renzo Destini: Cronache del destino 1
Orbito, gravito, ma non vi precipito.
In un limbo lagrangiano tra pupille antracite, sento piegarsi lo spazio tempo.
Addensamenti talmente pieni e talmente attraenti,
da voler calcolare un misurato beccheggio in direzione di quelle profondità.
Non mi è permesso virare ne tantomeno tornare indietro…
…solo come osservatore statico ne posso godere.
Forse, sono porte verso altri universi…forse attraverserei gli inferi per scoprirlo.
Un improvviso scossare risveglia i miei sensi ormai ipnotizzati,
un imponente oggetto di massa “m” si avvicina a intersecare la mia orbita di esistenza statica.
Non ne comprendo l’origine, sia essa naturale, artificiale o organico pensante.
Pare in rotta di collisione, forse l’oggetto della fine…ma eccolo improvvisamente decelerare
quindi posticipare la sorte conclusiva.
L’oggetto che pareva intenzionato ad annullare, diventa l’appiglio per sganciarsi dalla staticità.
Come coordinato coi miei sensi, si sincronizza rispetto le mie minime perturbazioni contemplative.
Sento muovere, accelerare, una spinta improvvisa schiaccia l’ego sullo schienale.
La gravità dell’oggetto, diventa quel modulo vettoriale tale da creare
ll moto trainante per uscire dal limbo.
Osservo le 2 perle nere mentre, ingannate dalla prospettiva, si rimpiccioliscono per i sensi visivi,
ma non per il desiderio di poterle esplorare. Forse un giorno potrò riavvicinarmici.
Ma che senso ha dire “un giorno”? Forse è meglio parlare di momento, un momento
che comprende quanto già è accaduto e tutto ciò che accadrà.
Nel vagabondare senza attrito, un corpo celeste si presenta dinnanzi la rotta.
Come se mi attendesse, decelero automaticamente al diminuire della distanza.
L’atterraggio è completato, quando un essere posato e dall’aria dotta mi accoglie:
“benvenuto su Itterbio” . … continua
Renzo Destini 11-12-18