15 Feb Far l’amore con l’universo senza chiedere un orgasmo
Forse l’arte ispira questo o è ispirata da questo. La contemplazione pura e vergine.
Va investigato, sicuramente, ci vuole ricerca, esperimenti e presenza.
Davanti a un opera d’arte particolarmente vicina alle nostre frequenze, la prima emozione potente è il timore di perderla.
Pur non avendo nulla a che fare con la sopravvivenza, la reazione immediata è paradossalmente auto-conservativa. Forse un’illusione, un velo..
Sembra più facile soffrire per qualcosa, che goderne. Soffrendo la diamo per persa. Un sollievo.
Godere un tramonto, richiede tanta fatica, com’è possibile guardarlo con un pò d’intensità senza piangere? Senza perderlo dopo pochi minuti?
Due fiori si guardano allo specchio e si attraggono. Il tramonto ci attrae come noi attraiamo lui. L’opera d’arte attrae noi come noi attraiamo profondamente lei.
Paura di perdere.
Forse con superbia, infliggiamo a noi stessi la pena, la fuga; nessun altro dovrebbe mai farlo.
Forse la grande Venere. Forse questo è l’ultimo attacco, per soffrire in pace. Anestesia d’un orgasmo.
Qualcosa di troppo bello per non essere scolpito.