16 Ott appunti: il filo di rame
Il filo di rame (che utilizzo nei dipinti da un anno a questa parte):
Colpo di sutura tra corpo ed assenza, tra morte e rinascita, tra sudario ed essenza .
Il filo di rame è un misero tentativo di portare corrente afrodisiaca alla bidimensionalità digitale che incombe sul dipinto.
Moto vibratorio tra il visibile e l’ oltre.
Il filo di rame è artificio che compensa il terrore razionale del fruitore. E’ il terzo incomodo.
Infuoca il silenzio di sottofondo. Surrogato spazialista, brucia il piano verso nuovi orizzonti.
Con un filo di rame, faccio esperienza del processo pittorico che diventa mera superficie, membrana penetrabile dall’impeto metallico d’un potenziale.
La tela commuove. Essa inspira ed espira il filo di rame, lo accoglie e lo abbandona sotto i miei occhi.
Con elegante passività le sue fibre indicano gli atomi da forare ed i lembi da cucire.
Vivo con questo sacrificio, il materializzarsi d’un nuovo atto creativo.
Il filo di rame incarna l’osservatore che si abbandona in contemplazione, entrando e uscendo dall’opera per nulla intimorito, legandosi incredibilmente al suo contenuto.
Il silenzio bruciando, ricama gemiti tra le parti, echi distanti d’un contatto primordiale.
Bacco Artolini 16.10.19