19 Nov A Ravenna ieri sera..non si scherzava più, perchè l’amore era una cosa seria.
Tormenta di flash cristallizzata sulla maschera dell’Icaro Vitruviano penitente, mentre immerso nel buio gelato della Darsena coordinava i primi battiti.
Barattolo millefiori, scagliato fuori dal labirinto accelerava. Raggiunta la stasi eterna sul picco del silenzio, acquistava il dono dell’intuizione.
Con moto luciferino sacrificava le ali paterne volteggiandosi sull’asse orgasmico.. Un tuffo tutt’altro che incosciente, col lume d’una volontà nuova cercava nell’abisso.
Ponte mobile di luce attraversava la membrana selettiva, per ricordarla o dimenticarla.
L’universo negli occhi suoi, raccontava l’amore di Narciso per un riflesso touchscreen. L’eco di mille notifiche non poteva distrarlo dal tuffo verticale verso l’orrore.
Afrodite disegnando spirali piombate raccontava la gravità: la gravità della forza, la gravità del tempo, la gravità d’un simbolo, la gravità d’un gesto..
.. Raggiunto il centro con la spinta, affiorava.
E poi.. Un carteggiamento infinito, sul duetto disturbato di Narcisi da tastiera
La performance diventava più vera del vero..
..Verità strisciava sull’asfalto e Bugia il suo canale.
Per quattro volte spirò la traccia musicale, per quattro volte la conchiglia s’aprì invano..
..dèjà-vu:
Afrodite ripiombava nell’isola d’Arianna col filo di luce in mano.. Teseo Vitruviano spiegava le vele nere in loop..
Le due forme lentamente s’avvicinavano alla macchina, candida promessa di redenzione… poi la fuga vigliacca nel buio d’una risposta.
Infine sotto un Bagno di applausi sordi, Dedalo condivide dal divano gocce di miele avanzate:
…In un porto disfatto,
nelle tenebre serotine,
è mancato il contatto,
a due forze divine…
(Icaro Vitruviano) <3