19 Giu 1°riflessione di Renzo Destini: microchip
Il microchip come condensato della tecnica umana. Conoscenze e informazioni divengono materia concreta passando per gli intricati e microscopici percorsi che si ripiegano su stessi nel tentativo di massimizzare l’efficienza della loro esistenza.
L’intestino del pensiero cibernetico, dove il secondo cervello non è lo stesso apparato, ma quello dell’uomo, succube dei servizi che tale intrico fornisce alla civiltà.
L’uomo inteso come specie intelligente nell’universo, in quanto non si escludono interferenze esterne rispetto alla realizzazione di questo apparato.
Interferenza che ha accelerato un processo di industrializzazione e informatizzazione della società, scegliendo la dipendenza piuttosto che la liberazione. La dipendenza da quello stesso labirinto che appunto il microchip rappresenta. Un labirinto in cui più ci si addentra e più è difficile uscire. Allo stesso modo, più cresce l’ interdipendenza dall’informatizzazione e più diveniamo vulnerabili. Più ci addentriamo e più facilmente perdiamo la strada, ma non solo: perdiamo noi stessi. L’ identità è sostituita dala mole di informazioni che percorre il labirinto e che viene imposta. Essa esiste ed è alla portata di tutti, pertanto rimaniamo certi di potervi accedere. In realtà, questa materia è precaria e cedevole di credibilità. Altro non è che un flusso di elettroni orientato da atomi di silicio, un flusso energetico originato dall’eccitazione della materia.
Allo stesso modo, mentre il Minotauro non concepisce le ragioni delle sue sofferenze, trascinato in compulsione nel groviglio dell’ esistenza, così l’uomo smarrito e inconsapevole subisce quanto ha creato a suo servizio.
Ma quale può essere la conclusione di questa condizione? Percorriamo il labirinto, ma le vie man a mano più strette e claustrofobiche. L’unico modo per proseguire è fondersi con quelle pareti che ci impediscono di ritrovare la strada, divenendone parte strutturale e chimica, contribuendo alla loro massificazione. Il risultato è la fusione tra l’uomo e la macchina, il transumanesimo come step determinante nell’evoluzione dell’uomo.
Vogliamo divenire parte del labirinto, oppure affrontarlo con la forza dell’IO?
Renzo Destini 19/06/18