Renzo destini: sofferenza di bassa frequenza

Renzo destini: sofferenza di bassa frequenza

remix Francesco Hayez- Melancolia (1841)

Intervention by Bacco Artolini on “Pensiero malinconico”- Francesco Hayez (1841)

 

Sofferenza di bassa frequenza

L’universo è sofferente nel mentre della contrazione; l’universo è sofferente nella solitudine della dilatazione.

Da quello che definiscono l’inizio delle “10 mila cose”, sembra persistere una frequenza di fondo ubiquitaria raccontata come il rimanente suono indotto dal Big Bang.

Quella radiazione di fondo, altro non è che lo straziante grido della realtà fittizia al momento della “creazione”. Una sofferenza dovuta all’inevitabile riconoscimento della dualità quindi la perdita  dell’autenticità esistenziale.

Perché sia accaduto non è a tutti chiaro, ma la fisiologia universale necessita di indirizzare le geometrie del Destino e per fare ciò, occorre alternanza di vuoto e di pieno.

Questa sofferenza ci circonda e ci pervade: ancora più sottile della materia oscura ci trapassa, ci tocca, subisce la nostra filtrazione. Esiste e come esseri dotati di coscienza, la intercettiamo facendola interagire con la nostra emotività, divenendo poi materia all’interno della nostra mente.

Siamo impotenti dinnanzi alle ingiustizie di questo mondo…siamo in balia della nostra delicata emotività. Quasi non possiamo fare a meno di considerare il “male” che ci circonda.

C’è più sofferenza che felicità in questo universo? Forse è vero, ma forse è nella nostra natura ricercare i massimi addensamenti della frequenza di fondo per meglio percepirla ed amplificarla.

E perché tutto ciò, amiamo farci del male? E’ tutto parte di un meccanismo inconscio voluto dall’universo: più si soffre e più è facile ridurre le proprie aspettative e speranze. In questo modo rimoduliamo le nostre scale dei valori, trovando una felicità sporadica e temporanea, ma sufficiente ad esaltare il significato della nostra esistenza. In altra analisi, vivere momenti di felicità troppo dilungati, ci rende più vulnerabili al ritorno della sofferenza.

Ricerchiamo la sofferenza perché più facile da cogliere, ma anche perché crea quel vuoto altrimenti incolmabile dal tracciato delle geometrie del Destino.

Visione:

Negli smeraldi vedo riflesso il futuro…nella sagoma che li contiene, un confine verso un ignoto oscuro. Fintanto che li fisso il momento è reale…quando mi distolgo, l’allontanamento è fatale. Imperfezioni nella densità della sofferenza di bassa frequenza …e perché non fissarli per sempre? Quel solo momento è necessario al compimento del Destino.

Renzo Destini                                                                                                      04.07.19