Renzo Destini: Cronache del destino n 5

Renzo Destini: Cronache del destino n 5

Cronache del Destino n.5

Fluisco come corrente in un fil di rame in una dimensione non nota. Non 3 non 4, non 5 le dimensioni…forse nessuna o forse infinite. Come mosso da una differenza di potenziale, percepisco la decisa direzione…ma quale direzione se non esiste dimensione?

Il differenziale è compensato e la mia esistenza diviene stazionaria. Ciò che “vedo” o comunque di cui ne percepisco la presenza, è un insieme di bolle connesse da un sottile ed indefinito filo. Tali bolle pulsano ad un ritmo preciso, come se la loro struttura fosse dipendente da un equilibrio barico garantito dall’intermittenza vibratoria sollecitante l’ “ambiente esterno”.

Tra le numerose bolle, una in particolare è sottoposta alla mia attenzione: mi avvicino con l’intenzione alla lucida e liscia superficie. Un fascio di luce penetra tangenzialmente questa fragile membrana coordinandone gli elementi costituenti. Questi, come pixel di uno schermo, rappresentano una porzione di universo familiare…la via Lattea ed il Sistema Solare.

Qualcosa non torna…non ci sono pianeti orbitanti, ma figure, simboli, strani agglomerati amorfi. Il Sole non è una stella ma un numero 5, il centro di coordinazione della Casa degli Esseri Umani…Mercurio come cerchio giallo sulfureo e cristallino, attraversato da una croce…Venere, un’imponente vulva, si contende gli spazi con il fallo marziano…la Terra, asse verticale che collega il cielo con il suolo…la Luna, fuoco sacro, calore che ha permesso alle Geometrie di esprimersi in forma organica.

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Intervention by Bacco Artolini on “Ghent Altarpiece” Hubert Van Eyck (1420 circa)

A separare i pianeti rocciosi da quelli gassosi, una fenditura nello spazio-tempo…membrana che influisce sulla densità materica. Seguono agglomerati di forme particolari si, ma non nette e precise quanto i pianeti rocciosi. Agglomerati amorfi danno origine ad ali, cerchi  fino ad arrivare alle tempeste di forme dinamiche di Nettuno. Oltre, qualcosa di talmente antico da essere impresso solo ad altri livello di esistenza.

Nell’attenzione rivolta a quanto intuito, non mi accorgo del sussulto vibratorio sostenuto dal sistema di bolle. Le vibrazioni non sono casuali ed ascoltandole se ne può riconoscere un ritmo definito…una lingua che improvvisamente mi trovo a comprendere e a decifrare.

“Questo è il cervello dell’Universo. Le bolle che vedi, i neuroni, replicano se stesso in luoghi diversi, o meglio luoghi e momenti diversi. I fili rendono organica la frammentazione, consentendo di percepire l’Universo come qualcosa di unico e inseparabile.”

Evidentemente, questa spiegazione non mi aiuta a comprendere la natura della struttura…ma in che senso comprendere? Cosa può esserci da capire?…”perché il Sistema Solare è costituito da simboli e non più da pianeti, come abituato a ricordarlo?

Le bolle tornano a pulsare: “quella che hai visualizzato è la natura grezza dell’universo, prima che subisse i consueti completamenti estetici. L’universo è costituito da simboli, mascherati dalle complicazioni della materia.”

Durante le pulsazioni, noto una scarica a stimolo delle bolle. E’ l’irrorazione di una particolare energia, a farle “parlare”. Ma dove ha origine? Perché le scariche si muovono in direzioni ben precise? Forse la direzione del Destino?

Di nuovo vibrazioni coordinate: “sei partito dagli oscuri e attraenti addensamenti materici, hai compreso il significato delle Terre Rare della Ragionevolezza, quindi abbandonato l’Illusione, hai percepito la natura contraddittoria della dualità, trovandone una sintesi. Ora, sei qui come strumento di indagine dell’Universo, ma occhio…con te c’è un potente nemico. Esso ti ha condotto fuori dal limbo lagrangiano…in parte, questo ti ha permesso di cominciare il tuo viaggio, ma dall’altro lato, ti ha reso vulnerabile ai suoi attacchi”.

In quanto elemento stesso dell’universo, ne sono anche ripetizione illimitata. Conoscendo le profondità della mia psiche, posso percepire una lettura della natura universale: “ricordo dei Suoli e della necessità di essere raccolti, ma in questa condizione non mi riconosco nella possibilità di interagire con questa materia.”

“Sei stato proiettato nelle profondità della dimensione del vivente. Questo luogo è in apparenza immobile nelle interazioni. E’ come se fossi divenuto elemento di uno sfondo bidimensionale, che nell’insieme fornisce tridimensionalità alla tua realtà. Verrai condotto all’interno di una sfera membranacea, sicchè questa ti separi dall’inagibilità di tale dimensione e ti permetta di giudicare secondo i tuoi consueti criteri. Anche se questo alle volte limiterà nella comprensione.”

Sempre più confuso, mi trovo obbligato a domandare quale potrebbe essere lo step successivo…”cosa devo fare ora? Quale sarà la prossima meta?”

“Desidera il contatto visivo con le scure pupille. Attraverseresti gli inferi, per poterle indagare?

Le sinapsi universali cominciano a pulsare contemporaneamente sempre più intensamente e sempre più di frequente. Sono sempre più rumorose, agitate e irrorate…un filo si rompe, il Destino si interrompe…aldilà, un oscuro sottofondo caotico…

“Attraversare gli inferi diviene una scelta motivata…il Vuoto ad attendere durante l’attraversata.”

continua……

 

Renzo Destini                                                                                                                      26-01-19