Renzo Destini: a cosa serve la morte?

Renzo Destini: a cosa serve la morte?

Il Cervello, membrana semipermeabile dell’IO

Oil painting 6 Bacco Artolini

Sensi di colpa di Sophia- Ravenna 2017-18

Partendo dal presupposto di vita intesa e classificabile solo attraverso un linguaggio scientifico che guarda alla biologia, questa potrebbe essere definibile nel momento in cui un sistema organico chiuso diviene capace di alimentarsi ed autoreplicarsi. L’Autopoiesi del sistema è elemento imprescindibile affinchè questo viva. Ma qual è l’elemento strutturale da cui dipende questa condizione? Si parla di struttura chiusa, ma chiusa tra che cosa?

Una Membrana che isola, ma allo stesso tempo connette, ed è in grado di discriminare cosa può essere utile oppure no. Tecnicamente, si parla di membrana semipermeabile quindi permeabile, ma fino ad un certo punto. E se questo concetto biologicamente indispensabile operasse anche ad un livello più sottile?

Come la membrana filtra e discrimina quanto l’ambiente ci propone, così il nostro cervello è la membrana semipermeabile che divide il nostro IO dell’Infallibile Essenza Etera, al materiale Regno dei Sensi. Il nostro cervello ci fornisce una lettura della realtà palesemente viziata e distorta, selezionando le percezioni che più gli sono comode. Ma per quale motivo ciò accade? Per caso il cervello è nemico dell’uomo? Si tratta di sopravvivenza, sopravvivenza di un ego necessario ad affrontare la realtà in cui ci troviamo. Un meccanismo frutto di milioni di anni di evoluzione, causa di sensazioni contrastanti spesso disagianti e alle volte esaltanti.

Ed è proprio così che dopo la “morte”, il nostro cervello perde la funzione di intermediario e di filtro della tale essenza che ci circonda, ma non ci tocca. Allo stesso modo, la nostra componente materiale è destinata alla dissoluzione e con essa quegli stessi fosfolipidi costitutivi della membrane dei nostri tessuti. Ed ecco, dunque, che il contenuto è riversato nell’ambiente, tendente alla condizione di omeostasi con quanto lo circonda. La stessa omeostasi che il nostro IO trova dal riacquistato contatto con le Alte Energie e reso possibile solo con la distruzione del Cervello. Una non-esistenza incapace di percepire la dualità del nostro mondo.

Dunque, biologicamente, la vita è strettamente dipendente dalla costituzione di una membrana, ma paradossalmente, la vera Vita dipende dalla sua dissoluzione. Tutto passa da li. Come la caduta dell’Icaro nello specchio del Mar Egeo. La caduta intesa come il passaggio attraverso quel sottile strato che divide acqua e cielo e a cui conseguirà la sua disfatta. In realtà, la reale conseguenza riguarderà la rinascita dell’Afrodite a nuova Vita. Maschile e Femminile si incontrano al momento dell’impatto, aprendo nella mente un varco di non-esistenza percepibile sottoforma di intuizione ed epifania. Questo è l’unico istante in cui viviamo veramente, ma purtroppo è già svanito.

 

Renzo Destini                                                                                                                      07/07/18